Libia nel caos: 250 morti a Bengasi, 700 feriti L'esercito lancia razzi anticarro sui manifestanti
"Non siamo in grado di sapere a chi appartengano in questo momento Bengasi e le altre città della Cirenaica", ha detto il vescovo di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli. Nella capitale invece "l’atmosfera è tranquilla e stamane si vedono solo piccoli cortei di sostegno a Gheddafi". I ribelli danno la caccia ai figli del colonnello
Tripoli - La situazione in Libia si fa sempre più incandescente per la protesta contro Gheddafi che, da giorni, imperversa nel paese. Il bilancio degli scontri di sabato a Bengasi parlano di 250 morti e oltre 700 feriti. Intanto un alto responsabile del governo libico ha fatto sapere che "un gruppo di estremisti islamici" tiene in ostaggio alcuni cittadini e membri delle forze dell’ordine "nell’est" della Libia. Ma se c'è chi scende in piazza per cercare di cacciare Gheddafi, c'è anche chi lo fa schierandosi dalla parte del colonnello. E il rischio di una guerra civile è sempre più alto.
Lancio razzi sui manifestanti L’esercito sta sparando razzi Rpg sui manifestanti a Bengasi. Lo riferisce una testimone alla televisione satellitare Al Jazeera, aggiungendo che le forze dell’ordine stanno anche utilizzando proiettili urticanti per disperdere la manifestazioni. Secondo un attivista, Mohamed Nabus, sono 258 i corpi all’obitorio dell’ospedale al Galaa della città.
In piazza per Gheddafi Migliaia di sostenitori del colonnello Gheddafi sono scesi in piazza a Tripoli per manifestare a favore del regime. La folla sventola le bandiere verdi della Giamahiria e scandisce slogan come "Dio, Libia e Muammar" e "Muammar è il pioniere del nazionalismo arabo".
A Bengasi 250 morti Gli scontri avvenuti sabato pomeriggio a Bengasi, tra manifestanti e forze della sicurezza libica fedeli a Gheddafi, avrebbero causato 250 morti e 700 feriti. Lo riferiscono fonti mediche dell’ospedale di al-Jala di Bengasi alla tv araba al-Jazeera. In particolare a fornire queste cifre è il medico Nabil al-Saaiti il quale in un collegamento telefonico con l’emittente qatariota ha spiegato che "ieri agenti della sicurezza di origine africana reclutati dal regime hanno aperto il fuoco contro i manifestanti e il numero dei morti è tale che non riusciamo a metterli tutti nella camera mortuaria dell’ospedale per identificarli". A causa dell’assenza di giornalisti in quell’area e dell’interruzione del servizio internet nel paese è difficile verificare le notizie fornite dai testimoni e dagli esponenti delle opposizioni, anche se le informazioni fornite nei giorni scorsi si sono poi col passare del tempo rivelate in buona parte veritiere.
Il vescovo di Tripoli: non si sa più chi comanda "Non siamo in grado di sapere a chi appartengano in questo momento Bengasi e le altre città della Cirenaica": è quanto ha affermato il vescovo di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli, raggiunto telefonicamente dall’Ansa Nella capitale invece "l’atmosfera è tranquilla e stamane si vedono solo piccoli cortei di sostegno a Gheddafi", ha raccontato il presule.
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